22 Set Isole Farøe- Diario di viaggio
Cliccando sul link vedrete la Mappa delle isole e i luoghi che abbiamo visitato.
https://drive.google.com/open?id=1yNUtzICIRSZm-5lOEYsvZODtplN2dAqI&usp=sharing
14 Luglio 2019
Finalmente le tanto attese vacanze…non ci sembra vero!!
Destinazione di quest’anno sono le isole Farøe; appartengono al Regno di Danimarca e sono regione autonoma. Praticamente a metà strada tra Scozia e Islanda, queste 18 isole sono come tante gemme sparse nell’Oceano Atlantico
Partiamo con volo SAS da Malpensa, scalo a Copenaghen di 3 ore e poi volo sulle Isole Farøe.
A Copenaghen ci rifocilliamo…
I voli sono tutti in perfetto orario, ma quando stiamo per arrivare alle Farøe , il comandate annuncia qualcosa che non riusciamo a capire completamente…”cercheremo di atterrare…qui è quasi normale…tra circa 20 minuti…11 gradi centigradi…” Ma cos’è che è quasi normale??…Dietro di noi, un signore che vive nella capitale Torshavn dice alle sue vicine di posto:”non abbiate paura…è tutto normale”…MA COSA E’ NORMALE??? Poi guardando fuori dal finestrino capiamo tutto…siamo in mezzo ad una fittissima nebbia e quando vediamo finalmente qualcosa praticamente siamo a pochi metri dal suolo!! Per fortuna il pilota è piuttosto abile e atterriamo senza il minimo problema…tra le altre cose, la pista finisce a pochi metri dal lago Leitisvatn…
Scendiamo dall’aereo e una fitta sottile pioggia ci accoglie…
Arrivano i bagagli ( EVVIVA!!) , ritiriamo l’auto che abbiamo noleggiato e finalmente possiamo dirigerci a Bøur, dove troveremo la casa che abbiamo affittato.
Il tempo è veramente orribile ma quel poco che si vede è magnifico…
Il villaggio di Bøur è a solo 6 Km dall’aeroporto ma sembra di essere il un mondo dove la civiltà è lontana…casette con il tetto ricoperto d’erba, mare a pochi passi, bellissimi faraglioni e pace assoluta.
Troviamo la nostra casetta, scarichiamo i bagagli, qualche problema con il wifi, ma tutto si risolve velocemente; dopo pochi minuti andiamo a cercare un posto dove cenare.
Purtroppo qui la domenica sera non c’è quasi nulla di aperto: arriviamo fino a Miðvagur e troviamo un locale, “Smjdian” con pochi tavolini che fa anche piatti da asporto, pizze, burger; scegliamo un Chicken burger con patatine che era davvero buono!
Rientriamo a casa, intanto piove pione piove… ma il paesaggio è davvero splendido…sono le 23 e nonostante nuvole basse e pioggia c’è ancora luce…dalla finestra ammiriamo il panorama prima di andare a dormire…
15 Luglio 2019
Ci svegliamo riposati, il silenzio del luogo ha conciliato il nostro sonno…
Guardando attraverso la grande vetrata del soggiorno di casa vediamo solo nebbia, siamo completamente avvolti, non si vedono i faraglioni e neppure la costa di fronte… và beh, almeno non piove ( per ora!)
Dopo colazione decidiamo di andare a fare spesa, qui a Bøur non ci sono negozi, nemmeno bar o ristoranti per cui andiamo a fare provviste in un supermarket a Miòvagur, intanto diamo un’occhiata in giro…
I supermercati qui non sono particolarmente allettanti, riusciamo comunque a comprare qualcosa per le prossime colazioni e un paio di cene, abbiamo una cucina abbastanza attrezzata per cui abbiamo deciso di sfruttarla.
Il prodotto di punta qui è sicuramente il salmone affumicato: allevato senza antibiotici e prodotti chimici è veramente prelibato e rispetto all’Italia costa circa la metà.
Rientrati alla base, visto che comunque non piove, decidiamo di andare a piedi a Gásaladur, il villaggio dopo Bøur dove finisce la strada. Gásadalur fino ai primi anni duemila era isolato dal resto dell’isola, non vi erano strade che arrivassero a questo piccolo insieme di casette, si poteva raggiungere solo via mare o a piedi, attraverso le montagne. Poi, grazie ad uno sforzo economico del governo, è stata costruita la strada e un tunnel lungo quasi due chilometri che hanno messo fine all’isolamento.
Il sentiero che vorremmo percorrere per arrivare al villaggio è proprio quello utilizzato fino a una quindicina di anni fa, detto il sentiero della posta.
Ci incamminiamo lungo la strada fino a trovare il bivio che ci porta sul sentiero. Dopo poche centinaia di metri però la traccia si perde nei prati…la nebbia è sempre più fitta e non vediamo praticamente nulla intorno a noi…percorriamo un pendio erboso fin nei pressi di un torrente, la mappa sul cellulare indica di attraversarlo ma causa nebbia non riusciamo a scorgere se dall’altra parte c’è un sentiero. Decidiamo di lasciar perdere, non conosciamo per nulla la zona.
Torniamo indietro è raggiungiamo Gásadalur in auto…”un’alternativa” meno gradita ma necessaria.
Il villaggio è davvero minuscolo ma ricco di fascino.
Pranziamo presso il bar della Guesthouse “Gásadalsgardur”, unica struttura ricettiva, con solo quattro camere.
Qui la cucina offre stuzzichini preparati con materie prime locali, quindi assaggiamo un canapè di pane nero con burro e carne di montone secca affettata molto sottile dal sapore forte ma particolare, assolutamente da assaggiare, e un crostino di pane con uova e gamberetti in salsa faroese, molto delicato.
I dolci sono tutti fatti in casa, noi scegliamo la torta di carote con crema e un dolce al cucchiaio con rabarbaro e panna, entrambi squisiti.
Dopo pranzo ci incamminiamo lungo un sentiero che sale sulla scogliera sopra il villaggio…peccato non vedere praticamente nulla…
Dove si và?…BOH??!!
Torniamo verso le case e andiamo in direzione opposta, dove dovrebbe esserci la famosa cascata Múlafossur, uso il condizionale perché con questa scarsa visibilità non ne siamo certi…
Arrivati al belvedere la fortuna ci assiste: dopo un paio di minuti la nebbia si dirada e davanti ai nostri occhi compare la bellissima cascata, Gásadalur e le montagne alle sue spalle!!
Soddisfatti ci godiamo il paesaggio e qualche minuto di sole!
Tornati a Bøur facciamo una passeggiata, c’è ancora il sole e tutto sembra diverso!
Speriamo domani ci sia bel tempo, almeno una buona visibilità, abbiamo in programma un’escursione a cui teniamo particolarmente…
16 Luglio 2019
Appena svegli corriamo alla finestra per vedere che tempo fa, abbiamo in programma l’escursione all’Isola di Mykines, paradiso per il birdwatching in generale ma soprattutto perché vi nidificano migliaia di pulcinella di mare, simpatici volatili un po’ goffi e tanto tanto graziosi!
Il meteo ci preoccupa…forse meno nebbioso ma più nuvoloso. Si farà l’escursione?
Arriviamo con un certo anticipo al porticciolo di Sørvagur dove è prevista la partenza della barca. Ci sono anche altre persone in anticipo come noi, aspettiamo fiduciosi. Arriva l’equipaggio e viene confermata la partenza! EVVIVA !!
Intanto inizia a piovere…
Noi avevamo prenotato il tour via internet dall’Italia, Mykenes è una meta molto frequentata e temevamo di non trovare posto.
Incontriamo la guida della agenzia con cui abbiamo prenotato, è arrivata su un bus turistico con il resto del gruppo dalla capitale Torshavn.
Ci viene consegnato il box lunch, con un panino al salmone, un muffin al cioccolato, una mela e una bottiglietta d’acqua.
Perfetto siamo pronti, si parte!!
Causa condizioni meteo avverse viaggiamo sottocoperta, piove ancora e il mare è abbastanza mosso.
Dopo circa un’ora ecco finalmente apparire Mykenes: alte scogliere frastagliate, un’isola che esprime in tutto e per tutto la sua origine vulcanica!
Il piccolo porto è stato costruito in una insenatura e per salire verso il villaggio, l’unico in tutta l’isola, si deve percorrere una ripida scalinata, le merci invece vengono trasportate utilizzando una cremagliera.
In cima ci sono diverse persone che aspettano i turisti e con grande sorpresa vediamo una ragazza con un cartello con scritto il nostro nome e quello di altre due persone…Non abbiamo capito per quale motivo ma noi quattro avremo una guida privata, mentre il resto del gruppo una guida per tutti! Magnifico! Ci sentiamo dei privilegiati!
Partiamo dopo aver fatto un giretto nel grazioso villaggio, la ragazza che ci accompagna si chiama Enja e vive a Mykenes; vediamo la piccolissima scuola, da qualche anno non più utilizzata per mancanza di bambini, un piccolo negozio, una bar risoro e una guesthouse.
Ci diriciamo verso il sentiero che ci permetterà di visitare l’isola, arrivando fino al faro. Vista la pioggia, il sentiero è decisamente scivoloso e fangoso, Enja ci dà in prestito alcuni bastoni per aiutarci nella salita. Purtroppo non basta la pioggia, c’è anche l’immancabile nebbia…non ci rendiamo nemmeno conto del paesaggio che ci circonda.
Il vantaggio di essere un piccolo gruppo è che ci muoviamo più velocemente, riuscendo a goderci la camminata in silenzio.
Arrivati in cima al crinale della collina (almeno così pare) ecco il primo gruppo di Puffin o pulcinella di mare: sono tantissimi, non hanno paura dell’uomo, si lasciano avvicinare molto, anche se noi preferiamo non disturbarli troppo! Sono veramente buffi e adorabili!!
Proseguiamo lungo il sentiero, in alcuni tratti è pieno di fango e molto molto scivoloso. Per fortuna nei punti più ripidi è attrezzato con corde.
Ci sono anche tante pecore e montoni, qui l’erba cresce rigogliosa sia grazie al concime naturale fornito dai volatili che alle abbondanti precipitazioni.
I puffin sono migliaia!! Volano sopra la nostra testa in stormi, fanno spola dal mare, dove pescano piccole alici con cui nutrono i piccoli, al loro nido; devono stare molto attenti perché i predatori sono sempre in agguato, le sule sono le più temibili, nonostante siano di dimensioni inferiori sono molto aggressive e oltre a cacciare gli adulti rubano le uova nei nidi.
Vediamo anche una colonia di Albatros che popola parte di una scogliera.
Mykenes è veramente particolare, gli uccelli che nidificano qui ogni anno sono tantissimi, non immaginavamo così tanti e così tante specie! Bellissimo, emozionante !
Passiamo sopra a un ponte di ferro che congiunge due parti dell’isola, è sospeso sopra il mare, splendido!!
Enja ci racconta che durante le mareggiate invernali, le onde sono così alte che travolgono il ponte con una forza incredibile, infatti è stato più volte ricostruito!
Dopo quasi due ore di cammino arriviamo al faro, c’è un vento pazzesco però non piove più ( ma la nebbia c’è sempre).
Facciamo pranzo seduti sull’erba, in teoria si dovrebbe vedere il mare, in pratica vediamo poco più in là del nostro naso.
Ci raggiunge il gruppo, anche loro fanno sosta per pranzare, noi poco dopo riprendiamo il cammino. Si percorre lo stesso sentiero con qualche piccola variante. La cosa bella è che finalmente le nebbie si diradano e vediamo le coste dell’isola e il mare…che spettacolo!! Un posto davvero magico.
Osserviamo ancora in più punti i Puffin, sono così belli che non ci stufiamo mai di guardarli.
Rientriamo in paese verso le 16, ancora un giro tra le case con il tetto erboso, salutiamo Enja e ci dirigiamo al porticciolo, la barca parte alle 17.
Mentre aspettiamo di imbarcarci inizia nuovamente a piovere…la barca arriva in ritardo, saliamo a bordo bagnati fradici e affrontiamo il viaggio con un bel mare mosso…CIAO Mykenes!!
Tornati a casa, siccome siamo piuttosto infreddoliti, ci facciamo una sauna…eh si, questa bella casa ha la sauna annessa al bagno, tutta in legno come da tradizione: ci voleva proprio!!
17 Luglio 2019
Dormire qui è un vero piacere, anche se il fatto di non avere mai il buio completo è decisamente strano. Ci svegliamo riposati e pronti per una nuova giornata di esplorazioni.
Il tempo anche oggi è coperto e mentre facciamo colazione inizia a piovere abbondantemente…e lo farà per tutto il giorno, per questo purtroppo non siamo riusciti a fotografare molto.
Ma andiamo con ordine: avevamo in mente una passeggiata al lago Leitisvatn, ma viste le condizioni meteo è meglio rimandare. Cambiamo quindi programma e siccome nel primo pomeriggio abbiamo un tour in barca alle falesie di Vestmanna ( speriamo smetta di piovere), decidiamo di andare a Torshavn ad acquistare una mappa più dettagliata di quella che dà in omaggio l’ente del turismo e poi dirigerci a Vestmanna; entrambe le località sono sull’isola di Streymoy, passiamo quindi il tunnel sottomarino di collegamento tra le isole Vágar e Streymoy.
L’idea di passare sotto il mare con l’auto è sempre molto affascinante, questo tunnel è lungo quasi 5 chilometri di cui la metà sono a una profondità di 100 metri.
Arriviamo a Torshavn in poco più di mezz’ora, riusciamo a trovare abbastanza velocemente la libreria che ci ha indicato l’ente turismo e acquistiamo la mappa desiderata. Il negozio è affollatissimo, vende libri e cartine ma anche souvenir di ogni genere.
Non visitiamo la città perché non abbiamo molto tempo a disposizione, ci fermeremo qui un paio di giorni a fine vacanza.
A pochi chilometri da Vestmanna, facciamo una sosta nel grazioso villaggio di Kvivik, famoso per il ritrovamento dei resti di una casa vichinga, nei pressi della attuale chiesa. Questo ritrovamento colloca il villaggio tra uno dei più antichi di tutte le Farøe.
Arriviamo a Vestmanna, un paese abbastanza grande ma senza particolari attrattive.
La pioggia è sempre più fitta e c’è anche molto vento…Al centro turistico ci confermano che il tour in barca si fa ugualmente ma se vogliamo, possiamo disdire la prenotazione e cambiare giorno. Noi decidiamo di andare comunque,la barca è coperta, il mare non è mosso grazie al fatto che il vento soffia da Est (così ci ha detto il capitano) e quindi si parte!!
Dopo alcuni minuti di navigazione vediamo alcune vasche di allevamento di salmoni, qui non usano antibiotici o altre sostanze chimiche e le vasche non sono sovraffollate, altrimenti i pesci si ammalano. In effetti il salmone che abbiamo assaggiato finora è buonissimo!
Dai monti scendono numerose cascate, oggi più del solito per via delle piogge abbondanti, uno spettacolo bellissimo, specialmente quando le pareti dei monti si fanno più elevate e ripide.
Avvistiamo molti puffin, cormorani, sule e una specie di pinguini davvero carini. Nidificano tutti tra le rocce scoscese delle falesie, ogni anfratto è perfetto!
Tra le falesie vi sono grotte, archi nella roccia, insenature più o meno profonde e il colore del mare, nonostante ci sia brutto tempo, è di un verde-blu spettacolare.
Insomma, nemmeno pioggia, vento e nuvoloni riescono a rovinare lo splendore di questo tratto di costa, davvero incantevole!
Rientriamo a Bøur e per riprenderci da tanta umidità approfittiamo nuovamente del privilegio di avere la sauna in casa…
18 Luglio 2019
Non ci sembra vero…la pioggia è finalmente cessata, non c’è la nebbia e il sole fa capolino!! Evviva!!
Facciamo colazione alla svelta e partiamo subito per la prima meta di oggi: il lago Leitisvatn o Sørvágsvatn, il più grande delle Farøe. Si trova a poca distanza da Bøur, dove abitiamo in questi giorni, ed è un luogo particolare…scoprirete presto perché!
Arriviamo alla partenza del sentiero e con stupore vediamo un cartello: il sentiero è chiuso, aprirà alle ore 12!! Ma nooooooo !! Ma come!! C’è anche il sole !!
Non riusciamo a capire cosa sia successo, forse a causa delle forti piogge di ieri il sentiero non è percorribile…non c’è nessuno a cui chiedere!
Arrivano altri turisti e sui loro volti la stessa nostra delusione…e ora che si fa? Si mette in atto il piano B ( come abbiamo detto altre volte, in viaggio è indispensabile avere sempre un piano alternativo) e si tornerà qui domani.
Ritorniamo indietro al parcheggio dove avevamo lasciato l’auto e partiamo alla volta di Saksun, nell’isola di Streymoi. Passiamo quindi dal tunnel sottomarino, puntiamo in direzione Klaksvik e a Halvik prendiamo il bivio per Saksun. La strada, appena fuori dall’abitato, diventa ad una sola corsia, è asfaltata ma stretta, per fortuna ci sono molte piazzole di rientro, quasi ogni 200 metri.
Il paesaggio è molto bello, la strada, lunga undici chilometri percorre una valle molto pittoresca, proprio a fianco di un fiume che scorre placidamente.
Vediamo vari tipi di uccelli, il più carino dei quali ha un bel becco rosso…
Poco prima di arrivare al villaggio di Saksun c’è un laghetto e subito dopo un bivio che porta alla parte bassa del villaggio e a un primo parcheggio; noi decidiamo di proseguire fino alla parte alta del villaggio, dove finisce la strada e dove si trova il secondo parcheggio. Ci sono già alcune auto ma la situazione è piuttosto tranquilla.
La visione di insieme è deliziosa…ci sono alcune vecchie casette ristrutturate con il classico tetto in erba, una delle quali è un piccolo Bar ristoro, poi un paio di case più nuove, pecore e montoni in giro per la montagna, oche e galline che indisturbate si godono la libertà; poco più in basso una minuscola chiesetta bianca e il suo cimitero.
Le montagne e il piccolo fiordo completano il quadro…eh si, qui è tutto così bello ed armonioso che sembra dipinto.
Restiamo in contemplazione ad osservare la bellezza di questo luogo, poi l’arrivo di un autobus di turisti spezza l’incantesimo…
Decidiamo quindi di fare una fuga e seguiamo un sentiero che porta dall’altra parte delle montagne e dell’isola; è un vecchio sentiero che un tempo metteva in comunicazione le varie fattorie sparse per il territorio.
A causa delle piogge di ieri, il sentiero è scivolosissimo e fangoso, in pochi minuti scarponi e pantaloni sono inguardabili…
Tra una scivolata e l’altra comunque saliamo, la via è abbastanza ripida ma vogliamo arrivare ad un piccolo colle che ci sembra di vedere poco più sù. Arrivati in cima scopriamo che non è un colle ma un bellissimo pianoro. Più avanti però cosa ci sarà? Riusciremo a vedere l’altra parte dell’isola?
Non ci fermiamo e saliamo ancora per circa mezz’ora; incontriamo un uomo che scende verso di noi, chiediamo se è molto lontano il colle e lui ci dice di sì, ci sono ancora una serie di colline e pianori prima di vedere l’altro lato dell’isola e in totale ci saranno da percorrere ancora cinque o sei chilometri…
A questo punto decidiamo di fermarci, la strada è troppo lunga e fare andata e ritorno richiede troppo tempo.
Ci godiamo la vista, si vede tutto il fiordo e la costa verso Vestmanna, dove eravamo ieri…veramente magnifico!
Tornati a Saksun spostiamo l’auto nel primo parcheggio e andiamo a fare il sentiero che scende verso il mare percorrendo tutto il piccolo fiordo: tra andata e ritorno sono sei chilometri.
Il fiordo è splendido, il fiume scende tranquillo e il sentiero lo costeggia fino ad arrivare ad una prima baia, dove inizia una spiaggia nera di sabbia vulcanica e da cui si ammira Saksun dal basso; poco dopo la valle si stringe nuovamente, ora è una gola abbastanza stretta, finche ad un certo punto ecco che si apre un’insenatura magnifica e siamo finalmente al mare…che spettacolo!! Siamo incantati dalla bellezza di questo posto…
Ci sono un paio di famiglie con bambini che giocano sulla spiaggia, qualche altro turista e le immancabili pecore arrampicate su per i dirupi. Pace assoluta!
Rientriamo al parcheggio e poco dopo si riparte verso casa.
La giornata è trascorsa molto rapidamente, ci siamo goduti la prima giornata interamente senza pioggia!! Ma chi ha detto che alle Farøe non c’è mai il sole??
19 Luglio 2019
A smentire quanto affermato alla fine del racconto di ieri, oggi il cielo è nuvoloso e le nebbie sono basse…sembra abbia intenzione di piovere ma poco più in là fa capolino il sole… impossibile dire che tendenza avrà oggi il meteo, per cui partiamo armati di pazienza, impermeabili, cappelli e affrontiamo quel che il cielo ci offre!
Ritentiamo la passeggiata che avevamo in programma ieri: partendo dal villaggio di Miðvágur si costeggia il lago Leitisvatn, anche conosciuto con il nome di Sørvágsvatn. E’ il lago più grande delle Farøe e come detto ieri, ha una caratteristica speciale…che scoprirete tra poco!
Poco sopra il centro abitato c’è un parcheggio auto e il chiosco dove pagare l’ingresso per visitare la zona: 200 Corone a persona, circa 26 €, che non è proprio poco! E’ compresa una bevanda calda che verrà offerta a fine gita.
Il lago è in una conca, circondato da monti che sembrano essere dei normali pendii erbosi.
Il sentiero passa a mezzacosta, il tappeto erboso è formato da tenera erbetta, muschio, piante di erica e altri piccoli fiori, le pecore e i montoni ne vanno matti!
Quando si arriva verso la parte finale del lago ecco che si scopre un mondo… quelli che sono normali pendii erbosi affacciati sulle sponde del lago, dall’altra parte sono scoscese e ripide scogliere che si tuffano in mare!
Uno spettacolo davvero inaspettato, incredibile!
Il sentiero sale fino in cima ad una di queste scogliere ma la salita non è proprio agevole, c’è molto fango e si scivola tremendamente, qui ci vorrebbe un po’ più di manutenzione! Pochi secondi dopo essere arrivati in cima siamo avvolti dalle nebbie, visibilità sulle scogliere quasi zero!
Scendiamo e ci dirigiamo verso il punto in cui il lago si restringe e le sue acque, gettandosi nell’oceano, formano una cascata alta 30 metri, chiamata Bøsdalafossur ! Anche questo è uno spettacolo inaspettato… davvero magnifico!
Forse l’immagine è più comprensibile delle parole…
Umberto ha definito questo luogo “ai confini della realtà”… e io sono assolutamente d’accordo, nessun’altra definizione può essere più azzeccata!! E’ un luogo davvero speciale, con un fascino incredibilile!!
Nel frattempo le condizioni del cielo sono leggermente migliorate così saliamo nuovamente sulla cima della scogliera e finalmente, per pochi minuti, vediamo qualcosa in più. Poi ancora nebbia e pioggia ma non importa, siamo comunque appagati!
Rientriamo verso il parcheggio, ci riscaldiamo bevendo il caffè che ci viene offerto e poi torniamo alla base.
Domani è giorno di trasferimento, il nostro soggiorno a Bøur sta per terminare…
20 Luglio 2019
Lasciamo Bøur e l’isola di Vágar diretti a Klaksvík nell’isola di Borðoi che sarà la nostra base di appoggio per visitare le isole del nord nei prossimi giorni.
Prepariamo i bagagli con calma e poi, visto che stamattina c’è il sole, facciamo ancora una passeggiata per il piccolo e tranquillo villaggio: c’è aria di festa, forse un matrimonio nella piccola chiesa o qualche altra cerimonia, peccato dover partire!
Approfittiamo della bella mattinata per fare ancora qualche foto…La “nostra” casa…
Vista dalla “nostra” casa
e altri angoli particolari
Una delle cose caratteristiche e particolari che abbiamo visto e che fanno parte della tradizione, sono pezzi di carne di montone fatti frollare ed essiccare all’aria; vengono appesi fuori dalle case, lasciati stagionare e poi affettati, come noi facciamo con i salumi. Abbiamo assaggiato qualche giorno fa a Gásaladur un canapè con questa carne, è un sapore davvero particolare, che và assaggiato.
Visto che siamo in tema di cibi, altra abitudine del luogo è sgranocchiare dei pezzetti di pesce secco, come fuori pasto oppure da portare in una gita. Viene venduto in tutti i supermarket in confezioni varie, è un’ottima fonte di proteine e anche questo è parte di tradizioni antiche. Qui non c’è sicuramente tutta la disponibilità di materie prime che abbiamo in Italia o in generale nei paesi mediterranei, quindi sfruttano al meglio quello che la natura offre.
Ritornando al nostro viaggio, partiamo verso le 10.30, dall’isola di Vágar passiamo a quella di Streymoy. Non ci dirigiamo subito verso Klaksvík ma deviamo per andare a visitare il villaggio di Tjørnuvík, praticamente dall’altra parte della montagna dove si trova il villaggio di Saksun, che abbiamo visitato l’altro giorno.
La strada è in buone condizioni anche se in alcuni punti è piuttosto stretta, il panorama è molto bello, si percorre tutta la costa che si affaccia sulla successiva isola, Eysturoy.
Vediamo la cascata più alta delle Farøe, Fossá, alta 140 metri.
Poi, dietro una curva compare questo splendido paesino, al fondo dell’insenatura…
Un pugno di case affacciate su una baia, una spiaggia vulcanica nera dove i bimbi giocano incuranti del freddo, un minuscolo ristorante vista mare, campi a ridosso delle montagne dove viene raccolto e fatto seccare al sole il fieno per l’inverno.
Tutto qui…ma tutto assolutamente in armonia!!
Passeggiamo tra le case, vediamo l’arrivo del sentiero che arriva da Saksun.
Il tempo cambia di continuo, velocemente, dal sole alla pioggia, ma nulla turba la quiete del posto.
Magico!!
Riprendiamo la via per Klaksvík e in mezz’ora circa siamo nel nostro nuovo appartamento, molto carino, con vista sul porto.
21 Luglio 2019
Anche questa mattina il tempo è buono, decidiamo così di andare ancora più a nord, visiteremo l’isola si Viðoy, il cui piccolo villaggio Viðareiði è il centro abitato più a nord delle Farøe.
Da Klaksvík sono solo diciotto chilometri, la strada è molto panoramica, il primo tratto costeggia il mare, ammiriamo il fiordo in tutta la sua bellezza.
Poi ecco la prima galleria, lunga un chilometro e ottocento metri…una di quelle gallerie che chi soffre di claustrofobia non riuscirà mai a percorrere: una sola corsia, stretta, nessuna luce a parte quella dei fari dell’auto. Ovviamente è a doppio senso, circa ogni centro metri c’è una piazzola di rientro, per fortuna qui non c’è molto traffico ma un paio di auto le incrociamo. All’uscita vi è un piccolo piazzale dove ammirare il panorama…peccato che ci sia la nebbia!!
Subito dopo ecco la seconda galleria lunga più di due chilometri; esattamente come la prima è ad una sola corsia e non è illuminata. Con queste due gallerie si attraversa tutta l’isola di Borðoi in larghezza.
All’uscita si passano un paio di piccolissimi centri abitati, Depil e Norðdepil, il bivio per il villaggio di Múli che visiteremo dopo e finalmente si arriva al piccolo ponte che collega Borðoi a Viðoy.
Hvannasund è il paese che si incontra subito dopo il ponte.
Da qui partono i traghetti per le più remote isole di Svínoy e Fugloi: nonostante il tragitto sia breve, qui l’oceano è spesso agitato e il viaggio potrebbe non essere così divertente, almeno per chi come noi soffre il mal di mare.
Proseguiamo lungo la costa, il paesaggio è ancora parzialmente nascosto dalle nebbie.
Viðareiði si raggiunge passando ancora una galleria, questa però è a doppia corsia ed è anche illuminata, un vero lusso!!
Il villaggio è particolare, si trova nella parte più stretta dell’isola e così è bagnato dal mare su due lati opposti, una posizione bellissima!
Dopo una buona mezz’ora di passeggiata nella nebbia, improvvisamente si dirada e appaiono le alte scogliere, il villaggio con tutte le sue case, la chiesa, il mare…un paesaggio davvero meraviglioso!
E’ possibile salire sulla cima della scogliera più alta della zona, l’Enniberg, il sentiero parte proprio dal villaggio; l’ascesa non è delle più semplici quindi la gente del posto consiglia di salire accompagnati da una guida. Sono necessarie 5-6 ore di cammino.
Passeggiamo godendoci il calore del sole e la pace del luogo. Dalla riva, proprio di fronte a noi, si vede il villaggio di Múli.
Tornando verso Klaksvík anziché percorrere la galleria che porta a Hvannasund percorriamo la strada alternativa che costeggia il fiordo, molto panoramica. Ci domandiamo perché abbiano costruito l’ultima galleria se esiste questa strada che è anche più corta.
Passiamo il ponte e deviamo per Múli: la strada per arrivare è lunga setti chilometri, a tratti è sterrata ma comunque in condizioni discrete.
Il villaggio di Múli è stato costruito durante il XIX secolo e le casa che si vedono oggi sono state in parte ricostruite nei primi anni del novecento. Ha un fascino tutto particolare, merita sicuramente una visita anche solo per il panorama splendido ( si vede l’isola di Viðoy, il villaggio e l’alta scogliera di Enniberg). Qui non ci sono residenti e in inverno non si riesce ad arrivare.
Torniamo in città, ci fermiamo a “casa” per fare un veloce pranzo con salmone e pane tostato e poi ripartiamo: faremo una delle passeggiate più panoramiche della zona, saliremo su una delle montagne che circondano Klaksvík, Klakkur, alta solo quattrocentotredici metri ma molto panoramica. Il sentiero è facile e parte poco sopra le ultime case; man mano che si sale si ha una bellissima visuale sulla città che si affaccia su due baie, proprio come Viðareiði anche se più in grande.
Si arriva ad un colle e si prosegue di cresta e…ragazzi che panorama!! Quando si arriva in cima non si sa più da che parte guardare… Spettacolare!! Un susseguirsi di picchi, isole, fiordi, davvero meraviglioso!
La salita non è particolarmente impegnativa, vale sicuramente il piccolo sforzo che si deve fare per raggiungere la cima! Assolutamente da non perdere !
Rientriamo alla base quasi alle 20, molto soddisfatti di questa lunga giornata.
E ora sta calando la sera…
22 Luglio 2019
Incredibile come qui il tempo sia volubile…stanotte ha piovuto tantissimo e stamattina quando ci siamo svegliati, tutti i monti intorno alla città erano completamente avvolti dalle nebbie e pioveva ancora…
Ci siamo adeguati al clima e abbiamo rallentato il ritmo delle nostre attività mattutine finchè la pioggia non ha iniziato a diminuire. Siamo usciti a fare un giro per il paese, qualche spesa, un salto all’ufficio del turismo in cerca di info utili.
Nel frattempo ha smesso di piovere, cosi decidiamo di andare sull’isola di Kunoy, a pochi chilometri da Klaksvík e quindi dall’isola di Borðoy. Si raggiunge attraversando un breve ponticello, le due isole sono veramente vicine.
Kunoy ha solo due centri abitati, il primo, Haraldssund, a pochi metri dal ponte di unione con Borðoy è un piccolo insieme di case con un porticciolo; il secondo, ha lo stesso nome dell’isola, Kunoy ed è dall’altra parte dell’isola; si raggiunge passando da una galleria che attraversa in larghezza l’isola, circa cinque chilometri.
Kunoy ha una chiesa che si affaccia sul mare e alcune case antiche, alcune dei primi anni del XIX secolo.
L’atmosfera è molto rilassante e sarebbe bello poter fare una passeggiata nei dintorni ma inizia nuovamente a piovere e tira un forte vento così rientriamo alla base.
Dopo un veloce pranzo usciamo, il vento ha spazzato via le nuvole, ci fermiamo a fotografare un paio di opere d’arte in città.
Poi ci spostiamo a Fuglafjørður, sull’isola di Eysturoy: si trova al fondo di una bella baia, è un paese abbastanza vivace, con un paio di supermarket, una galleria d’arte e poco altro. Vi sono anche un paio di industrie di lavorazione e conservazione del pesce nella parte finale del paese, molto gradi e in piena attività.
Passeggiamo lungo un sentiero che porta fuori paese, la giornata si è completamente ristabilita e ora c’è un sole molto caldo, il cielo blu è meraviglioso, siamo in camicia e abbiamo caldo! Davvero un clima pazzo!
Durante la cena, dal nostro appartamento ci godiamo una splendida serata soleggiata, i colori e la luce sono davvero splendidi e rilassanti…
23 Luglio 2019
Ed eccoci pronti per un’altra giornata di esplorazione, il meteo come quasi tutti i giorni non è dalla nostra parte ma ormai siamo abituati.
Dopo colazione partiamo diretti a Skálafjørdur, uno dei fiordi dell’isola di Eysturoy. I due promontori del fiordo si protendono verso Torshavn, la capitale. Sono davvero vicini, così vicini che il governo delle Farøe ha deciso di costruire un tunnel sottomarino che collegherà i due promontori alla città, accorciando così le distanze con il nord, pare sarà pronto il prossimo anno.
Purtroppo la nebbia ci impedisce di vedere il paesaggio che come sempre deve essere molto bello. La strada costeggia il mare e si incontrano alcuni villaggi: Søldarfjørður, Lambareiði e Runavík, il più grande di tutti, con un porto trafficato di pescherecci; ci sono anche alcuni negozi, ristoranti, l’ufficio del turismo e finalmente un negozio con la scritta “Backery” , una panetteria come la intendiamo noi, con ottimo pane e dei dolci tipici. Non è così facile qui trovare il pane fresco, lo vendono solo nei supermercati e anche se è di qualità buona, una panetteria ispira sempre più fiducia.
Proseguiamo lungo la strada e arriviamo fino al fondo del promontorio, qui la visibilità migliora così ci fermiamo a fotografare il villaggio di Rituvík, in una bella baia.
Tornando verso Runavík ci fermiamo nei pressi del lago Toftavatn, nonostante scenda una sottile pioggia decidiamo di percorrere il sentiero che passa intorno, è un sentiero didattico molto grazioso.
Piove ma almeno la visibilità è buona, arrivati nella parte più alta del sentiero ammiriamo il panorama.
Incontriamo anche un tipo strano…sembra cercare qualcosa…
Sul lago vediamo un gruppo di oche selvatiche, dalla riva si spostano tutte in acqua a nuotare, sono veramente carine!!
Torniamo indietro e percorriamo l’altra parte del fiordo, anche qui un bel paesaggio un po’ nascosto dalla nebbia. A Við Sjógv c’è una vecchia chiesetta, con i tetti in erba, molto graziosa. Poco più avanti vediamo il cantiere per la costruzione del tunnel di cui vi abbiamo parlato prima, i lavori sembrano andare avanti velocemente.
Torniamo a Klaksvik nel pomeriggio, si è levato il vento, speriamo spazzi via la nebbia…magari domani vedremo il sole…
24 Luglio 2019
A volte non tutte le ciambelle riescono col buco…eh sì, oggi abbiamo dovuto rivedere completamente il nostro programma, che prevedeva la visita dell’isola di Kalsoy. Causa nebbia e pioggia abbiamo dovuto rinunciare.
L’isola di Kalsoy si raggunge in traghetto con auto al seguito ed è a soli 20 minuti da Kaksvík; il costo del traghetto è di 160 DKK per l’auto e l’autista e 40 DKK per ogni passeggero.
Sull’isola ci sono quattro piccoli villaggi i più famosi dei quali sono Mikladalur e Trøllanes; da quest’ultimo è possibile raggiungere il faro di Kallur con una passeggiata. I villaggi sono collegati tra loro da una serie di strette e buie gallerie, l’isola e decisamente montagnosa e costruire strade normali è praticamente impossibile per quanto sono ripidi i pendii.
Questo per raccontarvi brevemente quello che avremmo visto… peccato…
In mattinata quindi abbiamo fatto un giretto in città, c’è qualche negozietto da guardare, lo stabilimento principale della birra delle isole Farøer, la Føroya Bjór, qualche vecchia casetta e la chiesa dedicata ai pescatori che morirono durante la seconda guerra mondiale.
Nel pomeriggio smette di piovere e il cielo pare schiarirsi un po’, così andiamo a fare una passeggiata verso Norøoyri, nel secondo fiordo di Klaksík.
In mare ci sono alcuni allevamenti di pesce, nel porto di Klaksvík c’è la flotta di pescherecci tra le più grandi delle Farøe.
Alla fine della strada parte un sentiero che costeggia il mare, anche se la visibilità non è gran chè è comunque piacevole.
Ad un certo punto inizia a salire, camminiamo circa mezz’ora e arriviamo ad un pianoro con torrente, c’è un bel tappeto erboso con erica, qualche fiore qua e là e del bel muschio; un posto molto tranquillo, a parte noi solo le pecore.
Dopo pochi minuti però iniziano a salire nuovamente le nebbie e quel poco di visibilità sparisce del tutto. Rientriamo quindi alla base, oggi non rusciamo a fare di più.
Approfittiamo per iniziare i preparativi per lo spostamento di domani, quando lasceremo Klaksvík…
25 Luglio 2019
Giornata di trasferimento, da Klaksvik ci spostiamo sull’isola di Eysturoy, arriveremo a Gjogv, un piccolo villaggio al fondo del promontorio. Soggiorneremo presso la guesthouse Gjáargardur, l’unica del villaggio e anche una delle poche alle Farøer.
Lasciamo il bel appartmento di Klaksvík, siamo stati molto bene, arredato con gusto, bella vista, funzionale.
Non sono molti i chilometri che dobbiamo fare oggi, circa quarantacinque, per cui approfittiamo per fare una sosta e visitare Hellur e Oyndarfjørður, due piccoli villaggi nel fiordo omonimo.
La strada per arrivare è molto bella è panoramica, si arriva dall’alto e la vista sui due villaggi è splendida.
Hellur è grazioso, poche case e niente più, da qui parte un sentiero lungo nove chilometri che porta dall’altra parte della montagna, a Fuglafjørður, che noi abbiamo visitato qualche giorno fa.
Oyndafjørður è un po’ più grande c’è anche un minimarket con orario un po’ ridotto , dalle 14.30 alle 17.30…beh sempre meglio di niente no?
Il villaggio è molto carino, ci sono delle belle case colorate, una scuola e la chiesetta.
Da qui parte una passeggiata che fa praticamente il giro di una montagna e arriva nel fiordo successivo in un altro paesino che si chiama Elduvík. Sono circa quattro chilometri, in un’oretta si arriva.
Così ci incamminiamo, il sentiero parte dalla strada dietro la scuola. Peccato che poco dopo perdiamo le tracce e vaghiamo per i prati e il pendio nella speranza di ritrovarlo.
Perdiamo così quasi mezz’ora ma alla fine lo ritroviamo. Si arriva ad una specie di colle e poi il sentiero scende, parallelamente al mare…diciamo che non è un sentiero adatto a chi soffre di vertigini, per fortuna almeno da questa parte è ben tracciato.
Finalmente raggiugiamo Elduvík.
E’ davvero carino, ci sono alcune case vecchie ristrutturate molto caratteristiche, un paesaggio molto rilassante, una valle verdissima alle spalle, un piccolo approdo per le barche, qui grandi navi pare non arrivino.
Non ci sono ne negozi ne strutture ricettive di alcun tipo, c’è un abbozzo di camping ma senza servizi.
Fin qui arriva anche una strada che parte dal fiordo dove incroceremo la strada per Gjogv, la nostra destinazione finale.
Tempo di scattare qualche foto e si torna indietro, anche perché ogni tanto arriva qualche goccia di pioggia. Per ora comunque il tempo è stato buono, sole alternato a nuvole ma senza nebbia!!! Fantastico!!
Quando arriviamo al colle scendiamo dal sentiero che non abbiamo trovato stamattina…parte solo un po’ più in alto rispetto a dove siamo passati noi ma non è così evidente…anzi non lo è per niente. Chi volesse percorrerlo deve prendere la strada dietro la scuola e percorrerla fino a una curva quasi a gomito; lì c’è una piccola piazzola e un cancello con un picchetto marrone vicino…ecco quella è la partenza del sentiero!
In ogni caso è stata una bellissima passeggiata, il panorama è davvero splendido.
Soddisfatti e anche un po’ infangati, ripartiamo per la nostra destinazione finale.
Arrivati al fiordo Funningsfjørður si prende la strada sulla destra, che sale stretta sulla montagna. Qualche tornante e si è in cima la colle e poi giù fino a Gjogv, questa è una tra le strade più panoramiche di tutte le Farøe. Arrivati al villaggio vediamo la Guesthouse, è tra le prima case del paese.
Facciamo check in, la nostra camera è nella depandance, non nella struttura centrale. E’ molto semplice ma carina e spaziosa con vista su un bel prato verde.
Il tempo di una doccia ed è ora di cena…qui si mangia alla 18 !!
Finalmente una cena buona: merluzzo alla crema gratinato con verdure miste, mousse al rabarbaro con panna, una buona birra delle Farøe e un caffè.
Dopo cena facciamo due passi in paese, che è veramente grazioso e tranquillo, la vista sul mare è splendida: davanti a noi in primo piano l’isola di Kalsoy, dietro Kunoy, le due isole vicino a Klaksvík .
Una piccola insenatura naturale è il porticciolo per alcune barchette.
Il tempo per il momento regge, abbiamo visto tramontare il sole dietro le montagne…speriamo continui così.
26 Luglio 2019
Iniziamo la giornata con una buona e abbondante colazione, il cielo però non promette nulla di buono, nuvoloni neri sul mare e nebbia in arrivo dai monti…
Ci prepariamo comunque per uscire e decidiamo di fare il sentiero che porta in cima alle scogliere di Gjógv. Il sentiero parte dietro il piccolo caffè, l’unico del paese.
Si sale lungo il bordo della scogliera, il vento è fortissimo, fatichiamo a stare in piedi. La prima parte del sentiero è attrezzata con una scalinata in legno, in tutto 69 gradini; si arriva così alla prima scogliera, la più bassa, il panorama è già magnifico.
Il sentiero prosegue verso la parte più alta, è ripido ma fattibile. Nel frattempo i nuvoloni se ne stanno andando e il sole è in arrivo!
Quando si è in cima si rimane veramente senza parole…queste scogliere sono davvero imponenti e maestose, altissime, spettacolari!
La scogliera degrada verso il paese con un bellissimo prato verde, qui le pecore si godono la tenera erbetta e l’acqua di un piccolo laghetto.
Nonostante il forte vento stare quassù è una meraviglia!
Molti uccelli nidificano sulle ripide pareti di roccia, dovrebbero esserci anche le pulcinella di mare ma non ne avvistiamo nessuna.
Scendiamo lentamente verso Gjogv godendoci il bellissimo panorama.
Arrivati in paese sentiamo subito la differenza di temperatura, fa decisamente più caldo che in cima alla scogliera. Siccome c’è un bellissimo sole decidiamo di mangiare qualcosa nel piccolo bar, ha dei bei tavoli su una terrazza, vista mare e monti. Relax puro nonostante ci sia un bel viavai di gente: Gjógv è una meta molto gettonata per la bellezza del villaggio e del paesaggio.
Bellissimo vedere come gli abitanti del posto si godono questo caldo: i bimbi giocano nelle acque del torrente che passa in centro paese, c’è una zona dove si forma un laghetto che è stata attrezzata con zattere e barchette e tutti sono lì a fare il bagno. E poi pranzo all’aperto, che sia picnic o no l’importante è stare fuori!
Trascorriamo il resto del pomeriggio a passeggiare per le strade che costeggiano i campi dove si sta tagliando l’erba per fare il fieno e lungo gli scogli, ad ammirare il mare.
Questo luogo ci piace molto, siamo perfettamente a nostro agio, complice anche il bel tempo che ha reso tutto molto piacevole.
Cena alla guesthouse, arrosto di maiale con salsa Faroese e verdure, torta home made con mirtilli e cioccolato. Il menù qui è fisso per tutti, salvo eccezioni particolari. Può sembrare un po’ riduttivo ma la cucina è semplice, gustosa e curata, si esce soddisfatti.
Ora pensiamo al prossimo itinerario…
27 Luglio 2019
Ancora una giornata all’insegna del sole! Bella mattinata, usciamo per andare a fare colazione e l’aria è tiepida…si sta d’incanto!
Oggi nella guesthouse c’è più gente di ieri, evidentemente tutte le camere sono occupate. Ci rifocilliamo come si deve e approfittando della bella giornata partiamo subito per una camminata: meta di oggi la valle di Ambadalur e lo scoglio Búgvin alto 188 metri.
Sulle due guide che abbiamo il sentiero è descritto in modo un po’ sommario e indicato come facile, adatto a tutti. In base all’esperienza fatta in questi giorni su altri sentieri sappiamo già che in realtà avremo qualche difficoltà nell’individuarlo.
La partenza dovrebbe essere proprio dietro la guesthouse, beh più o meno…andabdo verso destra, cioè verso le scogliere, vediamo un piccolissimo cartello in legno in prossimità di una capanna, l’erba calpestata ci fa capire che ci siamo. Iniziamo a salire e il sentiero è subito ripido. Si arriva ad un primo pianoro in pochi minuti, dopo aver passato un cancello in legno e una scaletta che permette di attraversare la recinzione di rete metallica ( presenti ovunque, servono per delimitare territori di diversi proprietari). Si procede poi verso sinistra fino ad incontrare una recinzione che sale dritta verticalmente al colle compreso tra i monti Nøvin e Fjallið.
Sarà pur vero che il sentiero non presenta difficoltà, però vista la pendenza un minimo di allenamento è indispensabile!
In meno di un’ora comunque siamo in cima la colle, dall’altra parte la bella valle di Ambadalur, con verdi prati e un torrentello che scorre in mezzo.
Scendiamo sempre seguendo la rete metallica di divisione ( così indicavano le guide), ovviamente il sentiero è solo una lieve traccia, a volte bisogna andare a fantasia.
Il paesaggio comunque è bello ma non si riesce a capire da che parte ci si deve dirigere per vedere lo scoglio Búgvin. Nella valle c’è solo una piccola capanna sulla sinistra, la prendiamo come punto di riferimento.
Continuiamo a scendere, ad un certo punto, alcuni gabbiani e stercorari piuttosto grossi, infastiditi dalla nostra presenza, volano bassissimi quasi sfiorando le nostre teste. E’ evidente che qui l’uomo è proprio un essere vivente estraneo, ci dispiace aver invaso il loro territorio !!!
Acceleriamo il passo per lasciarli in pace.
Siamo sempre più vicini al mare, ma lo scoglio dov’è?? Ad un certo punto vediamo alla nostra destra il profilo dell’isola di Kalsoy, la valle sembra stringersi e scendere verticalmente. Decidiamo allora di andare verso sinistra, scavalchiamo la rete metallica e puntiamo verso un piccolo promontorio che potrebbe essere un bel punto panoramico. In effetti è proprio così! Ci ritroviamo a picco sul mare, una scogliera altissima e il faraglione è davanti a noi!!
Belllissimo e maestoso, tutta la costa è spettacolare; le scogliere sono molto alte, più di duecento metri, e secondo noi sono degne rivali delle Cliff of Moher Irlandesi !
Camminiamo lungo il bordo della scogliera ( niente paura, anche qui c’è una recinzione che in questo caso è di protezione, ovviamente per le pecore !!) sin dove si riesce, ovvero fino alle pendici della montagna.
Le pecore ci guardano curiose…vi abbiamo già detto che alla Farøe ci sono quasi settanta razze diverse di pecore? Incredibile vero?
Dopo aver ammirato ancora il bel panorama torniamo verso il colle e ci fermiamo per mangiare un panino godendo del bel panorama con vista su Gjógv.
Nel frattempo il cielo si rannuvola, per fortuna cadono solo poche gocce di pioggia poi ritorna il sereno.
Trascorriamo il resto del pomeriggio in paese, osservando varie attività.
Anche oggi fa caldo e i bimbi cercano refrigerio giocando nel torrente.
I pescatori con le loro piccole barchette rientrano dalla battuta di pesca.
Sugli scogli vicino alla gola che dà il nome al paese, Gjógv infatti significa letteralmente “Gola”, osserviamo tanti volatili che nidificano su queste rocce e vediamo finalmente, anche qui, i Puffin! Sempre graziosi e buffi allo stesso tempo, vanno e vengono dai nidi in continuazione, stando attenti a non farli individuare ai nemici predatori!
Altro divertimento, osservare una famiglia di paperelle ( 2 adulti e 6 piccoli) che nuotano tranquilli…i piccoli sono dei batuffoli deliziosi!
Eh si…qui il tempo passa così, osservando la natura in tutti i suoi aspetti, dimenticando per un attimo lo stress della vita in città.
28 Luglio 2019
Oggi e domani per le Farøe sono giorni speciale, è festa nazionale, la festa di Saint Olaf’s, meglio conosciuta come Ólavsøka.
E’ il più importante festival estivo e celebra la morte di Olaf De Holy, Re di Norvegia, avvenuta in una battaglia il 29 Luglio 1030. Come segno di tributo ai Norvegiesi, i Faroesi festeggiano tutt’oggi questa data.
Le manifestazioni, balli, canti, parate, gare sportive, concerti avvengono tutte nella capitale Torshavn, dove la maggior parte dei cittadini e turisti convergono per l’occasione.
Noi abbiamo deciso di non partecipare, siamo a circa 70 Km, quindi non proprio vicino e considerando il caos che ci sarà preferiamo goderci ancora un giorno lontano da folla e traffico.
Così siamo andati al villaggio di Eiði, a una quindicina di chilometri da Gjógv, la nostra base.
La strada è molto panoramica, una strada di montagna abbastanza stretta ma con le consuete piazzole di rientro.
Quando si arriva al passo e si scende verso Eiði, si può ammirare il grande lago artificiale Eiðisvatn, che sembra incastonato tra mari e monti, un effetto davvero particolare.
Altro particolare da ammirare sono i due scogli Risin e Kellingin , che abbiamo visto da lontano la prima volta dal villaggio di Tjørnuvik, la seconda ieri dalla valle di Ambadalur. Qui sono molto più vicini e sono bellissimi!
Dopo alcuni altri tornanti ecco il villaggio, a ridosso del monte Eiðiskollur, alto trecentotrentotto metri e che è proprio davanti ai due famosi scogli.
Facciamo un giro per il paese, anche lungo le sponde del laghetto, nei pressi del grande campeggio. Eiði è famoso per avere il campo da calcio più esposto ai venti di tutto il mondo!
Poi cerchiamo di individuare se c’è un sentiero che in qualche modo ci permetta di vedere più da vicino Risin e Kellingin.
Come sempre nessuna indicazione, puntiamo verso la parte alta del paese, forse salendo sul monte Eiðiskollur si possono ammirare dall’alto. Un signore in un giardino ci indica di andare verso sinistra e salire…peccato che del sentiero non ci sia nessuna traccia. Vagando un po’ a buon senso e puntando verso destra finalmente troviamo la via molto ben segnalata, esattamente dalla parte opposta rispetto a quanto il simpatico signore ci aveva indicato!
Và beh, poco male, trovato il sentiero è tutto più semplice.
Si sale abbastanza rapidamente, l’ultimo tratto è davvero ripido ma per fortuna non troppo lungo.
Arrivati in cima c’è un pianoro che sale ancora leggermente. Percorriamo la cresta, bellissima la vista su Tjørnuvik e le montagne che lo circondano.
Poi, finalmente ecco Risin e Kellingin, semplicemente due rocce nell’oceano ma con un fascino incredibile! Bellissimo poterle ammirare così da vicino, siamo in cima alla scogliera che precipita verticale verso il mare, dall’alto si gode di una posizione privilegiata anche se da brivido!!
Proseguiamo fino al fondo di questo altipiano che è la vetta del monte, ci sono i resti di alcune torrette della Seconda Guerra Mondiale.
Osserviamo da tutte le angolazioni le due rocce e il paesaggio intorno, questo monte non è molto alto ma il panorama è spettacolare. Vale assolutamente la pena salire fin quassù!
Ci sediamo su una roccia e mangiamo il nostro spuntino per pranzo, la location è davvero magnifica e c’è una pace meravigliosa!
Nel primo pomeriggio scendiamo, in paese vediamo un termometro che segna la temperatura: venticinque gradi al sole! Probabilmente un caldo così qui non si è mai sentito!
Tornati a Gjógv andiamo a fare merenda nel nostro ormai consueto bar, oggi c’è pochissima gente ( sono tutti al festival) e si stà meravigliosamente bene; ci sediamo in terrazza e ci godiamo il sole e un buon waffle.
Scendiamo poi fino al mare a salutare i nostri amici Puffin, paperelle e company.
Torniamo alla guesthouse in tempo per una doccia e poi a cena: stasera è a buffet, ci sono tante cose buone, una parte di piatti freddi quasi tutti a base di pesce tra cui le aringhe in agrodolce, il merluzzo secco a scaglie servito con patate bollite e un pesce crudo che onestamente non siamo riusciti a mangiare perchè il sapore era veramente troppo forte, al confronto l’aringa era delicata! Trattasi del “famoso” pesce fermentato, fer i Faroesi un piatto prelibato, per noi non proprio…
Come piatti caldi agnello arrosto, salmone al forno, spezzatino in salsa con verdure, terrina di fegato, purè di patate.
E per finire crema di riso con salsa alle ciliegie tiepida e crema con biscotti e composta di prugne.
Tutto molto buono!
La serata è tiepida e c’è una bella luce, facciamo ancora due passi e poi a nanna.
29 Luglio 2019
Le Farøe, come avrete intuito dalle immagini e dai racconti precedenti, sono praticamente montagne che si tuffano in mare.
La vetta più alta di tutto l’arcipelago è Slættaratindur, 882 metri. E’ l’escursione per eccellenza per i Faroesi, una meta molto amata che tutti prima o poi raggiungono.
Slættaratindur si trova tra Gjógv e Eiði, è uno di quei monti che con la sua dorsale divide i due villaggi. Noi quindi ci troviamo in zona, perché non andare? Le condizioni meteo sono buone per cui è deciso, si và!
Il sentiero per arrivare in cima parte dal passo Eiðisskarð, sulla strada numero 662 che da Gjógv porta a Eiði ed è abbastanza impegnativo perché molto ripido; i metri di dislivello sono circa 500, in quanto il passo da cui si parte è già a 390 metri per cui non è molto lungo.
La partenza è facilmente individuabile, c’è un’area picnic con parcheggio dove lasciare l’auto e una scaletta in legno che permette di attraversare una recinzione in metallo. E quindi…pronti via!!
Dopo pochi passi si capisce già che sarà piuttosto faticoso, la salita è veramente molto ripida e anche scivolosa a causa del fondo con pietrisco sottile. Qui il concetto di sentiero a zigzag non esiste, si punta dritto verso la vetta! Dopo una ventina di minuti i polpacci chiedono pietà!!
Siamo tra i primi a salire, davanti a noi solo una coppia di persone;il cielo è leggermente velato ma fa caldo e la fatica contribuisce a scaldarci.
Dopo i primi 250- 300 metri di dislivello si arriva ad abbozzo di balconata. Ecco Umberto che mi saluta, io come sempre sono un po’ indietro.
Per fortuna il sentiero dalla balconata in poi cambia pendenza, ora si sale in diagonale quindi la salita è più “morbida”.
Man mano che si sale il panorama è sempre più spettacolare.
Al parcheggio ora ci sono parecchie auto e sul sentiero si vedono molte persone. La coppia che era davanti a noi sta già ritornando indietro quindi deduciamo che la vetta non è lontana.
Dopo un brevissimo tratto un po’ più roccioso si arriva a quella che è l’anticima, evviva, ci siamo quasi!! Già arrivare fin qui è comunque una bella soddisfazione, lo spettacolo è notevole.
Prendiamo fiato e affrontiamo gli ultimi metri, una piccola punta rocciosa che è la vetta. Sono solo 5 minuti in più, il sentiero non è molto bello ma in alcuni tratti rocce gradinate naturalmente aiutano ad andare avanti.
Ed eccoci in cima!!
Lo spettacolo è magnifico!! Una visuale a 360 gradi su tutto l’arcipelago!
La vetta è piatta e anche grande, vedendola da sotto non ci aspettavamo uno spazio così!
Siamo soli e ci godiamo il silenzio e la vista veramente emozionante.
Dopo qualche minuto ci raggiunge una coppia di olandesi con cui facciamo due chiacchere e poi man mano arriva altra gente, davvero tanta.
Restiamo in vetta circa mezz’ora, tempo di ascesa un’ora e dieci minuti.
La discesa si rivela impegnativa quasi quanto la salita per via della scivolosità, in alcuni tratti si deve stare molto attenti.
La fatica è stata sicuramente ripagata del meraviglioso panorama, dicono che dalla cima, nelle giornate molto limpide si vede l’Islanda…noi non l’abbiamo vista, sul mare c’era foschia, però anche solo l’idea è decisamente affascinante.
Per le 13.30 siamo di ritorno a Gjøgv, quindi pranzo alla solita terrazza del piccolissimo bar. Oggi ci siamo concessi anche una fetta di cheesecake al caramello, buonissima!!
Pomeriggio di relax, incontriamo due ragazzi di Bologna molto simpatici con cui chiaccheriamo piacevolmente, scambiandoci esperienze, impressioni del viaggio, emozioni.
Cena come sempre in Guesthouse e poi ancora una passeggiata sugli scogli per vedere puffin, paperelle e company.
E poi, abbastanza stanchi ma felici andiamo a nanna.
30 Luglio 2019
I giorni passano ed è giunto il momento di lasciare Gjógv. Ci spostiamo a Torshavn, la capitale delle Farøe per gli ultimi tre giorni di vacanza.
Da qui visiteremo la parte sud dell’isola di Streymoy e poi in base al meteo decideremo se fare un giro sull’isola di Sandoy.
Ora però dobbiamo salutare questo delizioso villaggio che ci è piaciuto tanto, complice sicuramente il bel tempo, però qui siamo stati davvero bene.
Il cielo oggi è più perturbato, non c’è vento e l’aria è umidissima, il mare leggermente mosso.
Intorno a noi nuvoloni scuri ma qui c’è ancora il sole, quindi passeggiamo fino alla punta della scogliera.
Sulla prima parte del sentiero che sale parallelo alla scogliera, vediamo un gruppo di puffin in piena attività, ci fermiamo parecchio ad osservarli perchè è sempre uno spettacolo bellissimo!!
e ora si volaaaaa
Saliamo ancora fino in cima, ci godiamo il paesaggio per l’ultima volta e poi scendiamo.
Chiaccherando con il ragazzo del piccolissimo bar scopriamo che qui in inverno nevica parecchio ma non quanto si immagina, la temperatura difficilmente scende sotto i tre gradi; ci sono parecchie persone che vivono qui tutto l’anno, c’è una scuola e gli abitanti hanno una bella scorta di cibo per eventuali problemi dovuti a condizioni meteo avverse, perché sarà pur vero che non nevica tantissimo ma piove molto e ci sono anche un paio di uragani ogni inverno.
La guesthouse generalmente chiude il mese di dicembre.
Terminate le chiacchere è ora di partire… see you Gjógv ♥ !!
Il cielo è sempre più tempestoso, per andare verso Tórshavn passiamo attraverso il passo di montagna per Eiði, poi raggiunta la costa prendiamo la via che percorre il fiordo e si congiunge con la strada 10 che arriva a Torshavn.
Lungo il tragitto inizia a piovere, purtroppo oggi il sole non ci accompagna.
Arriviamo a Torshavn, troviamo facilmente l’appartamento che abbiamo affittato, e’ molto carino e ben attrezzato, in una zona tranquilla a pochi passi dal centro.
Sistemate le nostre cose usciamo per visitare la città.
Torshavn ha un centro raccolto e la parte vecchia, la piccola penisola di Tinganes, è il cuore della città, dove più di mille anni fa vennero costruite le prime abitazioni. Le sue case antiche riportano indietro nel tempo, camminare nelle strette viuzze è molto suggestivo.
La penisola divide in due parti la baia e di conseguenza il porto: la zona dove attraccano le grandi navi è vicina ai resti della fortezza Skansin; le imbarcazioni private sono invece ormeggiate dalla parte opposta della penisola, dove un paio di volte a settimana ha luogo il mercato del pesce. Vi sono anche alcuni caffè e una pasticceria bar.
Nella via centrale si trova la maggior parte dei negozi, molto bella la libreria N.H. Jacobsens, di fronte al palazzo comunale, dove si trovano cartine, libri e souvenir. Proprio accanto all’ingresso, c’è questa scultura.
Sempre nella stessa via c’è anche l’ufficio del turismo, dove reperire utili informazioni.
Per ora il cielo non promette nulla di buono ma le previsioni per domani fanno ben sperare…vedremo se la fortuna ci assisterà.
31 Luglio 2019
Guardando fuori dalla finestra abbiamo l’impressione di essere tornati indietro di un paio di settimane…cielo grigio e nebbia, proprio come i primi giorni…
Dopo colazione andiamo al porto, forse c’è il mercato del pesce, potrebbe essere carino vedere un mercato locale. Purtroppo però non c’è proprio nulla, anche se è abbastanza presto non c’è nessun pescatore, a dire il vero non c’è quasi nessuno in giro.
Torniamo all’appartamento, prendiamo l’auto e andiamo a Kirkjubøur, il sito storico più antico delle Farøe.
E’ un villaggio a pochi chilometri da Torshavn, sulla costa ovest dell’isola, attualmente abitato da circa settanta persone. Qualche chilometro prima di Kirkjubøur c’è il porto di Gamlarætt, dove partono i traghetti per le isole Sandoy e Hestur.
Arrivando al villaggio si nota subito la bianca chiesetta quasi in riva al mare, è la chiesa di St. Olav, costruita nel 1111 è stata la cattedrale nel periodo medievale, ricoprendo un ruolo fondamentale nella storia del luogo. Nel corso dei secoli è stata più volte restaurata ma il suo fascino è rimasto intatto. Per entrare si supera un cancello di ingresso molto bello, in vetro colorato, che dà accesso al piccolo cortile con alcune lapidi tombali; si entra poi in chiesa, molto sobria e raccolta.
Uscendo dalla chiesa si nota subito un’altra bella costruzione: è la fattoria Roykstovan, una vecchia casa in legno tuttora abitata da molte generazioni dalla stessa famiglia, che la tramanda di padre in figlio.
La casa è ben conservata e alcune stanze sono aperte al pubblico per visite a pagamento alcune ore al giorno.
Proprio accanto alla casa si trovano i resti della cattedrale gotica Magnus, Múrurin in lingua faroese. Risale al 1400 circa, sulle sue pareti sono ancora visibili alcune sculture. Venne quasi distrutta da una grande valanga a fine del XVIII secolo, da qualche anno sono in corso lavori di restauro conservativi.
E’ un luogo molto suggestivo.
Dietro la cattedrale c’è una strada sterrata, lunga un paio di chilometri che porta a una fattoria e a una spiaggia di sassi.
Il percorso è facile e si gode un bel panorama ( noi vediamo poco causa nebbia, intravediamo la sagoma delle isole di Sandoy e Hestur). Arrivati alla fattoria è possibile fare alcuni simpatici incontri…
Il comitato di benvenuto…
Un bel biondo capellone…
e chi passeggia in spiaggia gustandosi le saporite alghe…eh si proprio le alghe!! Queste pecore ne sono ghiotte!!
Ad allietare la passeggiata c’è l’amico canterino…
Tornati al villaggio vagabondiamo ancora tra le case più nuove, tutte molto belle e panoramiche.
Lasciamo Kirkjubøur e visitiamo un altro villaggio a pochi chilometri: Velbastaður. Nulla di che ma le case hanno tutte una magnifica vista mare, veramente invidiabile!
Rientriamo i Tørshavn, facciamo ancora una passeggiata in centro, qualche acquisto ed è subito sera…
1 Agosto 2019
Dopo tanto camminare e andar per monti, oggi abbiamo deciso di concederci una giornata di ozio e relax al mare.
Tra le varie località che abbiamo visto, Saksun ci ha particolarmente colpito, la sua spiaggia in fondo alla valle è molto bella e rilassante…ok deciso, si và !
Il tempo a Tórshavn è nebbioso, speriamo migliori.
Decidiamo di percorrere la strada numero 50 che passa per le montagne, parallelamente alla costa. Forse un tempo era l’unica strada per arrivare a Torshavn. Il cielo è a sprazzi sereno per cui riusciamo a vedere la costa dall’alto, panorama molto bello e vario
La strada è in ottime condizioni e si congiunge con la strada 10 che arriva da Vágar e prosegue verso le isole del Nord. Puntiamo verso nord anche noi e a Hvalvik prendiamo il bivio per Saksun.
Arrivati al villaggio lasciamo l’auto nel parcheggio e imbocchiamo il sentiero che porta al mare.
Dopo qualche centinaio di metri scopriamo una novità: stanno mettendo una recinzione con tornello per ingresso a pagamento, ci sarà un sistema automatico per pagare con carte di credito !! Quindi o paghi o torni indietro! Incredibile, pochi giorni fa non c’era nulla…
Proseguiamo e poco più avanti, nel bel torrente che corre verso il mare, osserviamo una famiglia di anatre che felici nuotano a caccia di qualche pesciolino per colazione…bellissime!
Quando arriviamo in prossimità del restringimento della valle, ci accorgiamo che la marea è alta e quasi non si riesce a raggiungere la spiaggia, la volta scorsa si camminava comodamente. Per fortuna, passando tra le rocce un po’ più in altro si arriva a destinazione…
Che pace, non c’è nessuno, siamo soli…
La marea comunque sta scendendo, quindi non avremo problemi per il ritorno.
Questa piccola baia è un vero gioiello, camminiamo godendoci questo piccolo tesoro al momento solo nostro…
Mentre pranziamo seduti su una roccia ecco arrivare altre persone; nel momento di massima affluenza siamo circa quindici… direi che si può sopportare vero?
La temperatura anche se c’è il sole è decisamente fresca, il vento che soffia da nord porta frescura; nonostante ciò vediamo due temerari che fanno il bagno!! Coraggiosi!! Noi indossiamo la giaccavento!!
Bello trascorrere il tempo ad osservare come cambia la spiaggia con l’arretrare del mare, cambiano i colori, i suoni…la natura è pura magia!
Disegni sulla sabbia creati dal mare…
Prima o poi però si deve rientrare e quindi ci avviamo verso il sentiero che porta al paese. Ad un certo punto sentiamo un rombo di motore…tempo di guardarci un po’ stupiti ed ecco apparire due maledettissimi e puzzolenti Quod guidati da due ragazzine del luogo che scorrazzano verso la spiaggia, rovinando la pace e l’armonia di questo luogo splendido.
I Faroesi chiedono ai turisti rispetto per l’ambiente e la natura, ovunque ci sono cartelli… però se questo è l’esempio, non ci siamo proprio!
Polemiche a parte, noi ci illudiamo che in posti come questi ci sia maggior consapevolezza di quanto sia prezioso e indispensabile salvaguardare l’ambiente, purtroppo però tutto il mondo è paese e come da noi si vedono motociclisti sui sentieri di montagna o moto d’acqua sfrecciare nel mare anche qui non sono da meno. Rispetto, basterebbe avere rispetto…
3 Agosto 2019
Come tutte le cose anche i viaggi hanno un inizio e una fine e, come avrete intuito, siamo arrivati al termine di questa avventura.
Ieri siamo partiti dalle Farøe per tornare a casa, abbiamo lasciato l’appartamento di Torshavn verso le 10,30, il cielo era nuvoloso ma non nebbioso!
Arrivati in aeroporto abbiamo consegnato l’auto presa a noleggio e poi fatto il check in.
OK, siamo pronti per partire…o forse no !
La realtà è che noi non siamo mai pronti per ritornare, siamo viaggiatori nel cuore e quindi indossare i panni “quotidiani” ci pesa parecchio, è come se una parte di noi si ribellasse alla ripresa della vita scandita da orari, lavoro, doveri…
Per noi un viaggio non è solo una vacanza, è la scoperta del mondo, di stili di vita, di culture, di paesaggi, di tradizioni; è arricchire la nostra vita con esperienze che non dimenticheremo mai perché uniche…IL NOSTRO PIANETA E’ STUPENDO!
A presto e grazie per essere stati con noi!
Ciao !