05 Feb Islanda- Diario di Viaggio- Episodio 7- La costa sud occidentale e la Penisola di Reykjanes
13 Agosto
Riprendiamo il nostro viaggio e lasciamo questa splendida zona. Stasera arriveremo a Haveragerði a circa 40 chilometri da Reykjavík.
Il tragitto è abbastanza lungo, circa 400 chilometri. Passiamo ancora una volta da Jökulsárlón, guardiamo il magnifico paesaggio della zona con l’intento di fissarlo nella nostra memoria.
Dopo Skaftafell vediamo la zona devastata dallo Jökulhlaup del 1996, la grande alluvione provocata dall’eruzione del vulcano Grimsvötn che si trova sotto il ghiacciaio Vatnajokull: il magma incandescente ha sciolto il ghiaccio e un’area enorme, circa 50 chilometri di larghezza, è stata invasa da acqua, ghiaccio, fango e detriti. Ad occhio non se ne vede la fine. Si percepisce tutta la potenza dell’evento, la zona è desolata, appiattita dalla forza della natura. Ci sono i resti di un ponte in ferro completamente distrutto, strappato via della forza dell’inondazione. Alcuni pannelli informativi mostrano fotografie della zona durante l’evento…veramente incredibile.
Procedendo sempre lungo la Hringvegur arriviamo a Kirkjubæjarklaustur, una zona davvero particolare. Vecchi campi di lava vulcanica nel tempo si sono interamente ricoperti di soffice muschio, creando un paesaggio singolare e affascinante. Tutta la zona circostante è particolare, offre la possibilità di fare trekking veramente splendidi. Purtroppo anche qui come in altri luoghi d’Islanda trovare un pernottamento è veramente difficile.
La strada è in buone condizioni e procediamo senza intoppi. La zona sud è una delle più visitate del paese sia per la sua bellezza che per la sua relativa vicinanza con la capitale. Nonostante ciò spesso sulla strada siamo soli.
Arriviamo a Vík verso le 13, qui c’è decisamente molta gente. Il paesino è grazioso ed è un’ottima base per visitare le bellezze della zona circostante; anche se vi sono molte strutture ricettive non è facile trovare una stanza libera, soprattutto in estate… in ogni caso vale la pena fare una sosta, anche solo per uno spuntino. Vík è dominata da una della calotte glaciali più grandi di Islanda, il Mýrdalsjökull che nasconde sotto lo spessore del ghiaccio uno dei vulcani attivi: Katla. Purtroppo alcune nuvole ci nascondono la vista completa di questa meraviglia.
Lasciata Vík deviamo per la strada 215 che conduce alla punta del promontorio, dove troviamo la famosa spiaggia nera di Reynisfjara. Il luogo, nonostante la presenza di tanta gente è davvero spettacolare. Il mare si infrange rumoroso sui faraglioni che spuntano dall’acqua e le onde arrivano lunghe su questa bella spiaggia.
A far da cornice alla spiaggia nera vi sono magnifiche colonne di basalto che osservano silenziose l’orizzonte… semplicemente incredibile, si rimane incantati osservando quello che la natura sá fare
Dalla spiaggia, volgendo lo sguardo verso ovest, si ha un’ottima visuale sull’arco di roccia naturale di Dyrhórlaey, maestoso e affascinante, a circa 10 chilometri da Vík.
Passeggiamo sulla spiaggia anche se il vento è molto forte, il mare è così bello che non possiamo rinunciare.
Qualche centinaio di metri prima di arrivare alla spiaggia c’è una bella chiesa dal tipico aspetto islandese e un microscopico cimitero.
Proseguiamo il nostro viaggio in direzione Reykjavík; dopo circa 30 chilometri incontriamo Skógar, un piccolo villaggio che è base di partenza per numerosi trekking, tra cui quello che arriva fino a þórsmörk, uno dei più belli d’Islanda.
Skógar è vicino alle pendici del famosissimo vulcano Eyjafjallajökull, che con l’eruzione del 2011 ricoprí di cenere l’intera zona e bloccó i cieli di mezza Europa.
In questa parte dell’Islanda esiste un piano di emergenza che viene attivato in caso di eruzione. Qui i vulcani attivi sono veramente molti e gli abitanti vengono istruiti su come comportarsi in caso di pericolo. Periodicamente si fanno esercitazioni pratiche in modo che tutti conoscano perfettamente le procedure e siano pronti in qualsiasi momento, in certe situazioni non si può perdere tempo!
Un’altra “celebrità” della zona è la cascata Skógafoss, bellissima e a pochi passi dalla Hringvegur. Il suo salto di circa 60 metri lascia senza parole.
Da questa zona è possibile vedere in lontananza le isole Vestmannaeyjar. Il traghetto per raggiungerle salpa da Landeyjahöfn: sulla Hringvellur, a circa 25 Km da Skógar, c’è il bivio per la strada 254 che conduce al luogo di partenza.Una meta sicuramente interessante che ci auguriamo di poter visitare in futuro.
Lasciamo la costa e ci dirigiamo a Hvolsvöllur, poi Hella, Selfoss e infine Hveragerði dove passeremo l’ultima notte in Islanda.
Abbiamo scelto questa località perché zona geotermale. Il parco Hverasvæðið ha pozze calde, fumarole e fanghi e si trova praticamente in centro città. A pochi chilometri invece c’è la “valle dei fumi”, la valle Reykjadalur che è attraversata da un fiume balneabile con calde acque termali. Domani andremo a fare un bel bagno caldo !
Al nostro arrivo scopriamo che il paese è in festa, ogni via è addobbata con festoni colorati e fiori, c’è una bella atmosfera ! Arriviamo al B&B che abbiamo prenotato, una graziosa villetta sulla collina, all’interno del parco geotermale di Hveragerði. Le stanze sono particolari e con personalità, i proprietari sono molto simpatici e cordiali, ci indicano dove poter fare una cena caratteristica.
Qui l’energia termica che regala la terra è ampiamente sfruttata e anche parecchi ristoranti utilizzano il vapore per cuocere i loro piatti; alcuni hanno la cucina esterna, dove è possibile vedere i cuochi all’opera! Affascinante!
Dopo cena assistiamo allo spettacolo di fuochi pirotecnici che concludono la festa e anche la nostra lunga giornata.
14 Agosto
Iniziamo la nostra ultima giornata in Islanda con una deliziosa colazione preparata dalla proprietaria, tutto biologico e molto gustoso. Purtroppo però il tempo è a dir poco pessimo… piove tantissimo e c’è molto vento. La nostra idea di fare il bagno nel ruscello termale purtroppo non è fattibile… cambiamo il programma e dopo aver lasciato il B&B ci dirigiamo verso la penisola di Reykjanes, nella speranza che il tempo migliori.
Questa penisola, che ospita l’aeroporto internazionale è davvero speciale. Il suo aspetto marziano ci incuriosisce molto, distese di lava solidificata nelle forme più assurde, promontori, montagne e l’immancabile energia geotermale. Percorriamo la strada 427 che corre parallela alla costa. Facciamo qualche sosta ma piove ancore molto.
Dopo Strandarkirkja prendiamo il bivio per la strada 42 che si snoda verso l’interno della penisola attraversandola completamente.
Visitiamo il campo Krýsuvík, una zona geotermale dove è possibile vedere pozze di fango bollente, fumarole, sorgenti di acqua calda. Vi sono vari percorsi da fare a piedi molto interessanti, nonostante la pioggia cerchiamo di vedere il più possibile. I sentieri sono fangosi ma riusciamo a fare comunque un bel giro.
Proseguendo sulla strada 42 si arriva al lago Kleifarvatn, che per il forte vento appare increspato e di colore scuro. Il luogo ha un fascino particolare, anche per le rocce e la lava solidificata che si possono ammirare ovunque. Purtroppo causa pioggia e forte vento non riusciamo a fotografare nulla.
Torniamo indietro sulla statale 427 e proseguiamo verso Grindavik, uno dei pochi centri abitati della penisola: qualche casa e un piccolo porticciolo. Essendo ora di pranzo ci fermiamo nel caratteristico bar del porto ( Vedi post “Informazioni utili”).
L’atmosfera è piacevole, il locale è soprattutto frequentato da abitanti e pescatori della zona che a causa del mal tempo sono rimasti in porto; Non sono molti i turisti che si fermano da queste parti, il nostro arrivo ha destato un po’ di curiosità tra i presenti che dopo pochi minuti si mettono a chiaccherare con noi per scoprire da dove veniamo, cosa abbiamo visto dell’Islanda, cosa ci è piaciuto eccetera… un pranzo decisamente divertente!
Da Grindavik si arriva alla famosa Laguna di Bláa Lónið. Purtroppo è difficile trovare un biglietto d’ingresso, noi abbiamo tentato di prenotare mesi prima ma nei giorni in cui avevamo ipotizzato di poter essere in zona non c’era posto…incredibile!!
Proseguendo ancora sulla strada costiera, che diventa la 425, si arriva a Sandvík e poco dopo in un luogo molto suggestivo, “The Bridge between continents”. Qui si ha l’ennesima dimostrazione di come la placca tettonica del continente Americano e quella dell’Eurasia si stiano allontanando. La spaccatura è molto ampia, un ponte pedonale unisce le due placche e cartelli informativi raccontano la geologia del luogo e di tutta l’Islanda.
Intanto le ore passano inesorabili, manca poco al volo che ci riporterà a casa… percorriamo tutta la strada costiera fino ad arrivare all’aeroporto.
Non abbiamo ancora lasciato l’Islanda eppure ne abbiamo già nostalgia… Questo viaggio ci ha regalato molte emozioni e qui, in questa terra dai forti contrasti, abbiamo percepito quanto sia vivo il nostro pianeta e quanto sia il rispetto che gli dobbiamo.
A presto Islanda !!